Un abbraccio e una preghiera per i medici italiani caduti durante l'epidemia di Covid-19Un abbraccio e una preghiera per i medici italiani caduti durante l'epidemia di Covid-19 

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Descrizione:

Proposta di gruppi, via Skype o Zoom, per medici e operatori sanitari che lavorano sull’emergenza da coronavirus con sofferenza psicologica e burn out

La Società Psicoanalitica Italiana ha creato una Task Force nazionale per rispondere all’emergenza da coronavirus, offrendo un servizio gratuito di ascolto e consulenza telefonica per tutti coloro che desiderino parlare con uno psicoanalista (https://www.spiweb.it/come-curiamo/servizio-di-ascolto-psicoanalitico-nellemergenza-coronavirus/).

Il Centro Psicoanalitico di Firenze è tra gli 11 Centri Psicoanalitici italiani che hanno aderito a tale iniziativa, con il coinvolgimento di molti Soci, che hanno attivato un servizio gratuito di consulenza telefonica – Skype – Whatsapp (https://www.spi-firenze.it/supporto-psicologico-gratuito-emergenza-covid-19/).

Il Centro Psicoanalitico di Firenze, vorrebbe fornire un ulteriore e più specifico contributo, nel proporre a tutti gli operatori sanitari che lavorano sull’emergenza da coronavirus, degli incontri di gruppo in Skype o Zoom.

Come recentemente ha scritto Alessandro Baricco su Repubblica (5 marzo 2020; 26 marzo 2020), stiamo vivendoun “momento d’urto che costringe a ripensare la nostra civiltà”, in cui la paura sta diventando più contagiosa e pericolosa dell’allarme sanitario. Ora più che mai abbiamo bisogno sia di prudenza che di audacia. Essere audaci significa pensare, cercare di capire e leggere il caos, fino a sperare in un umanesimo futuro, che non sarà una disciplina di studi, ma uno spazio della mente.Stiamo vivendo un’esperienza traumatica collettiva, che avrà in futuro delle ripercussioni post-traumatiche: è la più grande prova che il mondo deve affrontare dalla Seconda guerra mondiale, come ha affermato il Segretario generale dell’ONU, Antonio Gutierres. È una prova in cui gli operatori sanitari sono duramente impegnati in prima linea, “in trincea”, sovraesposti sia da un punto di vista fisico che psicologico.

Proposta operativa

Come Centro psicoanalitico di Firenze (sezione Toscana sella Società Psicoanalitica Italiana) proponiamo di favorire una discussione aperta rispetto all’esperienza dei medici impegnati nell’emergenza coronavirus.

Quando l’essere umano vive situazioni di grandi emergenze collettive si pone la questione di come condividere qualcosa che eccede e non può essere contenuta solo dalla mente del singolo individuo. Il gruppo rappresenta una grande risorsa, la possibilità di condividere, tra pari, emozioni perché favorisce esperienze di rispecchiamento: si può apprendere su come gli altri affrontano esperienze simili. E’ notorio che le situazioni di stress riaprono dei file personali che rimandano alla propria storia personale e familiare.

A questi gruppi di discussione inviteremo anche analisti che possono portare la loro esperienza rispetto al tema centrale del diritto ad aver paura di infettare e di essere infettato; un diritto che se viene negato e non riconosciuto produce negli operatori sanitari sofferenza e naturali fenomeni di burn out. In questi passaggi c’è la necessità di riconoscere attraverso l’ascolto la fatica e la sofferenza allontanandosi il più possibile dagli stereotipi della retorica dell’emergenza.

Proponiamo dei gruppi a frequenza quindicinali, 6 incontri di 1 ora e mezzo da tenere la sera alle 21 (21-22,30), gruppi stabili centrati sull’esperienza coronavirus. Si tratta di gruppi di discussione che si ispirano ai gruppi Balint e al pensiero di Bion ma che hanno una durata molto minore, focalizzati all’elaborazione dell’esperienza.

Ci sarà un calendario preciso e sarà richiesto un impegno alla partecipazione on line. Ogni gruppo sarà costituito da 10-12 partecipanti.

La conduzione è a carico di due analisti SPI e potranno partecipare, come costituenti alla pari, al gruppo anche altri soci SPI.

Chi desidera partecipare al gruppo scriva direttamente alla Presidente dell’Ordine, prof.ssa teresita mazzei Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Auspichiamo la creazione nel tempo di più gruppi, inoltre pensiamo che possa essere interessante successivamente fare un report sull’esperienza complessiva da condividere nella comunità allargata dei colleghi.

Sappiamo come psicoanalisti che il pensiero di gruppo non è semplice, i gruppi sono un potente strumento di pensiero e di condivisione ma sono anche organismi delicati che si ammalano e impazziscono facilmente. Spesso, in maniera naturale, nel lavoro di gruppo emergono potenti movimenti emotivi che ostacolano la possibilità di cooperare nell’affrontare problemi comuni.

Alcuni spunti teorici

In una situazione di emergenza come quella attuale, l’apporto della Psicoanalisi può essere estremamente prezioso. Il pensiero psicoanalitico è sorto e si è sviluppato grazie all’audacia di Freud, dei suoi allievi e dei suoi successori, tra cui Ferenczi, Balint, Klein e Bion.

Wilfred Bion ha dato inizio all’osservazione delle dinamiche di gruppo e alla cura di pazienti gravi, costruendo un modello sia clinico che teorico del tutto originale. Bion ha cominciato a occuparsi di gruppi durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale, in un clima culturale inglese caratterizzato dall’esaltazione dei valori di unità, cooperazione e poi di socializzazione (Romano,2017). In quel periodo, spinto dall’interesse per gli effetti psicologici della guerra, egli partì dall’esperienza clinica con gruppi di militari reduci in un reparto di riadattamento dell’ospedale psichiatrico (Bion,1961). Nel suo celebre “Esperimento di Northfield” Bionpropone a tutto il reparto: di non cercare soluzioni, ma di far sì che lo studio dei problemi porti al cambiamento; di occuparsi nello studio delle relazioni interpersonali; la coscienza che i problemi pratici hanno origine psicologica. I risultati sono che l’individuo trae profitto dall’esperienza se diventa più preciso nel valutare il proprio atteggiamento emotivo, così come la tolleranza dell’esperienza dà l’opportunità di osservare e capire. Quello che un individuo dice o fa in gruppo serve a chiarire tanto la sua personalità che la sua visione del gruppo (Romano, 2017).

Negli stessi anni, dopo il 1939, Michael Balint, medico e psicoanalista ungherese, si rifugiò in Inghilterra, entrando a far parte dello staff della Tavistock Clinic di Londra alla fine della guerra. A partire dai primi anni ’50 egli iniziò ad occuparsi della formazione dei General Practitioner, ideando i gruppi di training che presero il suo nome, i Gruppi Balint. Si tratta di un metodo di lavoro di gruppo destinato ai medici e alle altre professioni di cura e di aiuto, che ha come scopi la formazione psicologica alla relazione con il paziente, la “manutenzione del ruolo curante” e la promozione del benessere lavorativo.Nel 1957 Balint pubblicò il libro Medico, Paziente e Malattia, che influenzò profondamente la formazione dei medici di famiglia inglesi. Balint ci ha insegnato che la Psicoanalisi deve sforzarsi di essere presente nel dolore degli altri.

Originariamente rivoltoai medici di famiglia, per la specificità del loro lavoro, basato su relazioni di cura di lunga durata, il metodo Balint è stato esteso e adattato, con buoni risultati, anche a medici ospedalieri, infermieri, tecnici e professionisti sanitari, e in generale ad altri ambiti lavorativi che implichino una relazione di aiuto. Il metodo Balint si fonda sull’indagine della relazione tra professionistae paziente; sull’azione del gruppo come strumento facilitatore del pensiero; su un apprendimento basato sull’esperienza e non solo sulla conoscenza intellettuale.

Gli obiettivi che il metodo Balint si propone sono riassumibili in quattro punti:

  1. Miglioramento della relazione di cura
  2. Protezione del benessere lavorativo del professionista
  3. Addestramento al lavoro di gruppo
  4. Manutenzione del ruolo curante

Questi obiettivi sono tra loro strettamente interconnessi, aventi come unica matrice un approccio al paziente e alle problematiche sanitarie fondato più sulla relazione, sull’ascolto, sull’attenzione e la reciprocità. La discussione non verte sugli aspetti tecnici del trattamento, ma sull’esperienza emotiva della relazione di cura da parte dei suoi protagonisti.

I gruppi Balinthanno cadenze prefissate, di solito settimanali o quindicinali, durano circa un’ora e mezza e si protraggono nel tempo. Il materiale di discussione è costituito dal libero resoconto (senza che vi sia una relazione scritta o una cartella clinica) su un caso clinico recente che abbia comportato delle difficoltà e creato disagio al medico, o all’operatore sanitario. La continuità del gruppo permette di seguire l’evoluzione dei casi e l’instaurarsi di un clima di apertura e di solidarietà, elementi che favoriscono una libera comunicazione e il sostegno reciproco. Il metodo di conduzione del gruppo e quello di elaborazione del materiale clinico derivano in larga misura dalla psicoanalisi.

I conduttori dei Gruppi Balint di solito sono due, hanno una formazione psicoanalitica ed hanno la funzione di promuovere il pensiero collettivo, con un ruolo facilitatore. Il gruppo viene addestrato ad apprendere dalla propria esperienza, a rinunciare alle spiegazioni rassicuranti e a tollerare i dubbi e le incertezze, fino a quando si riesce ad avere una più chiara comprensione della situazione.

I Gruppi Balint non sono una terapia di gruppo per operatori sanitari, ma un’opportunità di riflettere sulla propria attività, e di ricevere un ascolto attento ed empatico da parte di psicoanalisti capaci di contenere l’angoscia, le frustrazioni e il dolore generati dal lavoro del personale sanitario.

Bibliografia:

Balint M. (1957), Medico, Paziente e Malattia, Feltrinelli, Milano, 1988.
Bion W.R., (1961), Esperienze nei gruppi, Armando, Roma, 1971.
Romano R. (2017), Psicoanalisi di gruppo. Teoria, Tecnica, Clinica, edizioni reverie.

Data e Ora:

Sabato, 01 Gennaio 2022 8:00 - 23:59

Luogo:

https://www.spiweb.it/come-curiamo/servizio-di-ascolto-psicoanalitico-nellemergenza-coronavirus/

Contatto:

https://www.spiweb.it/come-curiamo/servizio-di-ascolto-psicoanalitico-nellemergenza-coronavirus/

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