Introduzione

La relazione tra inquinamento ambientale ed aumento di cancro, specie al polmone è stata a lungo dibattuta.

È noto da tempo che l’inquinamento atmosferico ha delle componenti che possono indurre la trasformazione delle cellule sane in cancerose. Sostanze come il benzene, gli ossidi di azoto e gli idrocarburi policiclici aromatici esercitano i loro effetti dannosi sul DNA. Inoltre ricerche epidemiologiche hanno dimostrato l’associazione tra inquinamento e infiammazione polmonare. L’infiammazione specie quando è cronica, è a sua volta un fattore che promuove il cancro non solo nei polmoni ma in tutti gli organi.

L’impatto dello smog sul rischio di cancro è più difficile da dimostrare dato il lungo tempo di sviluppo della malattia. Attualmente si ritiene che le cosiddette polveri sottili (Particulate Matter = PM) soprattutto quelle più piccole (PM 2,5) siano responsabili del legame tra inquinamento e rischio di cancro al polmone.

La Normativa Europea ha fissato dei limiti da non superare per la Media Annuale: PM 2,5 = 25 mg/m3; PM 10 = 40 mg/m3, limiti che peraltro vengono facilmente superati per molti giorni di seguito in molte città italiane.

I risultati dello studio ESCAPE, condotto in 9 Paesi e su 312.944 persone seguite per un periodo medio di 13 anni, ha dimostrato che esiste una relazione tra aumento delle polveri sottili ed aumento del numero di tumori al polmone, indipendentemente da altri fattori come il fumo di sigarette. A questo studio ha partecipato peraltro l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.

Durante il follow up è stata osservata una incidenza di 2095 casi di cancro al polmone. I dati hanno dimostrato un aumento del rischio di cancro polmonare del 22% per un valore di 10 mg/m3 di PM 10 ed un aumento del rischio del 18% per un valore di 5 mg/m3 di PM 2,5.

Inoltre è stato dimostrato come un aumento del traffico stradale di 4.000 veicoli per Km al giorno entro 100 mt dalla residenza, fosse associato ad un aumento del rischio di cancro polmonare del 10%.
I risultati dello studio non hanno mostrato una associazione significativa tra cancro al polmone e concentrazione di ossidi di azoto.

Lo studio EAGLE è stato condotto in una regione più inquinata d’Italia, la Lombardia, nel periodo di tempo 2002-2005. Nella fase finale sono stati analizzati i dati di 3473 soggetti: 1665 con cancro al polmone e 1808 senza (gruppo di controllo). A ciascun soggetto è stato assegnato, in base alla residenza, un valore medio di esposizione a PM 10 (da 2,3 a 53,8 mg/m3; media 46,3 mg/m3). E’ stato dimostrato un aumento del rischio di cancro polmonare del 28% per un valore di 10 mg/m3.

In una popolazione residente in un area altamente inquinata in Italia si è quindi evidenziato una associazione positiva tra l’esposizione al PM 10 ed il rischio del cancro al polmone.
I risultati dei vari studi condotti dicono che non esistono limiti al di sotto dei quali l’effetto svanisce ed infatti l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha deciso, il 17 ottobre 2013, di includere l’inquinamento atmosferico e le polveri sottili tra le sostanze di classe 1, ovvero sicuramente cancerogene.

L’OMS contestualmente suggerisce dei valori di soglia più bassi di quelli attuali per il PM 2,5: 10 mg/m3 anziché 25 mg/m3.

Le fonti di inquinamento da PM sono costituite essenzialmente dal trasporto stradale, dal riscaldamento delle abitazioni e dalle varie attività industriali.

La soluzione al problema è in parte legata ad una adeguata sensibilizzazione dell’opinione pubblica ma soprattutto ad una efficace strategia politica (green economy) atta a privilegiare il trasporto pubblico, i mezzi di locomozione alternativi e l’utilizzo di fonti energetiche più pulite per il riscaldamento domestico e le attività industriali.

Bibliografia

  1. Nielsen OR, Andersen ZI, Beelen R, et al. Air pollution and lung cancer incidence in 17 European cohorts: prospective analyses from the European Study of Cohorts for Air Pollution Effects (ESCAPE). Lancet Oncol 2013;14(9):813-22.
  2. Consonni D, Carugno M, Da Matteis S, et al. Outdoor particulate matter (PM10) exposure and lung cancer risk in the EAGLE study. PLoS ONE 2018;13(9).
  3. Hamra et al., 2014),

A cura di
Antonio Mannarino